FABBRICA EUROPA 2007 Geometrie variabili XIV edizione Firenze, 28 aprile > 31 maggio Stazione Leopolda e altri spazi
Le "geometrie variabili" dei confini europei, quelli territoriali, linguistici, culturali, geografici e simbolici; la storia recente, i flussi e i percorsi che hanno disegnato e vanno tracciando queste geometrie nella loro umana "variabilità" e nelle sue "variabili" artistiche e linguistiche, sono le chiavi che il programma 2007 propone per interpretare la Fabbrica Europa prossima e presente.
Questa chiave non è altro che la coerenza e la continuità con le procedure e i contenuti dei laboratori "aperti" nelle stagioni scorse e di quelli permanenti e itineranti che Fabbrica Europa condivide su tutto il territorio europeo con istituzioni pubbliche e private, collettivi artistici, reti di sperimentazione e diffusione della creatività contemporanea.
Confini d'Europa - Tales from the margins Parlare di confini oggi significa non soltanto aprire una riflessione in termini geografici, ma anche e soprattutto interrogarsi sulle implicazioni politiche, mentali, psicologiche, culturali e artistiche che ne derivano. Il concetto di confine, sempre inevitabilmente influenzato dal nostro background e dai nostri pregiudizi, porta necessariamente a riflettere sull' 'Altro' come elemento che sta oltre il margine e che quindi è separato da noi. Il confine rischia quindi spesso di diventare l'elemento che ci definisce in opposizione all' 'altro'. Sforzarci di superare questa concezione limitante dell' 'altro' come colui che sta dall'altra parte è probabilmente il primo passo per avviare una reale cooperazione tra culture diverse. Questo tentativo può essere svolto partendo dalla considerazione delle differenze come aree di transizione e interferenza, dove le diverse culture fluiscono l'una nell'altra, e riflettendo su come andare oltre i confini.
La sfida è quella di andare oltre la rassicurante conoscenza, spesso basata su idee preconcette, di ciò che sta oltre, al di là, per costruire una produttività culturale e artistica duratura che porti a distruggere i pregiudizi, sviluppando una reale cooperazione, che non consista semplicemente nell'utilizzare elementi dell'altro, ai nostri occhi "originali", o smerciando le nostre differenze naturali e strutturali come "originalità" artistica o "creatività".
Interrogarsi sulla prospettiva eurocentrica, implicita nell'espressione Confini d'Europa, crea inoltre l'opportunità di esaminare criticamente il rapporto tra l'Europa e gli 'Altri', rapporto che si riflette direttamente nel dialogo interculturale. Un dialogo reale non può quindi essere solo un "parlarsi" vicendevole, ma deve dare la possibilità e il diritto di esprimersi sinceramente e senza esitazioni, nell'ottica non di una semplice "tolleranza", ma nella comprensione e nell'accettazione dell'altro.