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Fabbrica europa

POST ELETTRONICA
installazioni / performance

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POST ELETTRONICA
Progetto speciale

ideazione: Letizia Renzini
progettazione e cura: Valentina Gensini e Letizia Renzini


Il progetto indaga i territori indefiniti ma sempre più floridi della sperimentazione “post-elettronica”, in un tributo a John Cage che intende rilevarne l'eredità contemporanea: artisti che provengono da diverse parti del mondo e che hanno in comune un uso drammaturgico e gestuale delle nuove tecnologie. Opere ibride che uniscono musica, video, performance, scultura, suono, rumore, vocaboli di un linguaggio composito dove la gestione di software avanzati si combina al manufatto, corpo e sintesi digitale si mescolano e si sovrappongono; la tecnologia si espone nella sua evidenza meccanica, fisica, funzionale.
Il lavoro degli artisti proposti affonda le radici tanto negli avamposti della tecnologia globale quanto nella storia delle avanguardie artistiche, sia storiche sia più recenti, nel comune tentativo di scioglimento dell’approccio concettuale in direzione del coinvolgimento dello spettatore.
Gli incroci tra arti visive e musica, tra movimento e suono (sound art come pensiero del suono nello spazio) diventano il soggetto di un’indagine inedita, volta a presentare un panorama di esperienze contemporanee all'insegna di nuove forme di sperimentazione.

Con Les Souliers del francese Arno Fabre il foyer della Leopolda diventa una piazza/teatro che ospita un “concerto” di automi a ciclo continuo. Gusto rétro e tecnologia convivono in questo evocativo “balletto meccanico” straniante e ironico.

Gli fanno eco i fruscii meccanici dell’installazione dello svizzero Zimoun con i suoi muri animati. Centinaia di bacchette, collegate ciascuna a un motorino che imprime loro un moto oscillatorio, ci invitano a esperire la dimensione fisica e vibratile del suono.

Il progetto prosegue nello Spazio Alcatraz, animato sia da performance proposte nella pedana centrale, che dalle installazioni nelle stanze attigue.

Numerose installazioni costituiranno una esposizione permanente:

Con Parthenocarp l’artista olandese Ronald van der Meijs sperimenta il suono organico della crescita di un cetriolo in una composizione per tre quadri sonori. Le partiture, segnate dal ritmo della crescita biologica delle piante, marcano la dimensione spazio-temporale, intrecciando armonia e disarmonia tramite tre grandi strumenti in legno, che traducono in vibrazione sonora il “rumore” della crescita del frutto.

Lo statunitense Nicolas Collins presenta l'installazione Tall Poppies, divertissement minimale installato in tre schermi che rivela le piccole meraviglie del suono concreto.

Con una coreografia meccanica e sonora costituita da ricevitori radio montati su un’asta rotante e da trasmettitori disposti ai 4 angoli dello spazio, Carrier, l’installazione del sound e media artist Jeroen Uyttendaele, esplora le proprietà delle tecnologie interattive con uno strumento musicale e spaziale.

Le artiste americane Kirsten Stromberg e Regan Wheat raccolgono il testimone di Cage in opere sul silenzio, capaci di una sintesi sottrattiva e coraggiosa.

Il francese Til Berg, infine, traduce l’evidenza del fenomeno acustico nello spazio attraverso l’essenziale immagine elettronica della sua installazione audio-video.

Performance

La giovane violoncellista Theresa Wong, formatasi negli Stati Uniti, propone O Horizon, performance d'improvvisazione in solo (violoncello, voce, oggetti) con materiale tratto dal recente disco Unlearning (Tzadik 2011) e con oggetti proposti dalla stessa audience.

Nella performance Echò Moiré, un’opera-balletto dell’italiano Matteo Marangoni, i protagonisti sono una coppia di altoparlanti mobili robotici che suonano la stanza in una drammatizzazione scenica della pratica compositiva acusmatica.

Da Berlino, il duo italo-austriaco Mat Pogo (voce, cdj) e Ignaz Schick (giradischi, motori, oggetti) arriva in Alcatraz con un live set radicale di ispirazione free jazz, tra improvvisazione, noise e live poetry.

Letizia Renzini sarà Master of Ceremony della sua Conferenza Muta, cinema per le orecchie di ascoltatori bendati; una composizione istantanea creata secondo le logiche del dj set.

La Chambre des Machines dei canadesi Nicolas Bernier e Martin Messier propone un concerto per macchine musicali autocostruite e testimonia nuovi percorsi attorno alla dicotomia cageana suono/rumore, coniugando beat digitale e sostenibilità, gesto e composizione.

Nicolas Collins, compositore e sperimentatore formatosi con Alvin Lucier, direttore dello STEIM di Amsterdam e professore alla School of The arts di Chicago, presenta anche una performance sull’affascinante mondo del riciclaggio musicale dei circuiti stampati.

Lo spagnolo Pablo Palacio propone la suite per suoni e luci Facing The Blank Page, che sfrutta i processi aleatori costruendo con il software Supercollider una sorta di ecosistema meccanico, dove forme di mutua interdipendenza tra suono e luce regalano allo spettatore un’intensa esperienza immersiva.

Con il contributo dell'Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi - Olandiamo in Toscana, dell'Istituto Svizzero di Roma e dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze - Osservatorio per le Arti contemporanee.